Sono rimasto come un bambino, in overdose sentimentale, a guardare le luci notturne e i cartelly pubblycitary scritty con le y alla fyne, che sfrecciavano sul finestrino del taxy, ascoltando i Motorpsycho.


Andando a Brno in autobus, l'iPod ha acquisito una coscienza propria e mi ha mandato, con lo shuffle, Tatranky degli Offlaga. Più tardi, in una macchinetta automatica, ho trovato un pacchetto di wafer Tatranky. Tipo Loacker, ma molto più buoni.

Ho incontrato un tizio buffo, che avevo conosciuto a Stoccolma: ha l'aspetto e il look di un biker/vichingo che ti spacca la stecca da biliardo in testa in una bettola in mezzo al deserto, ma in realtà fa il PR. Gli ho raccontato che nel ristorante in cui mi aveva portato in Svezia non mi hanno fatto (ri)entrare sostenendo che fossi troppo ubriaco. True story.

Sono andato a passeggio con una spagnola e uno spagnolo conosciuti poche ore prima, ridendo, tra le strade semideserte e le luci gialle riflesse sul fiume. Abbiamo parlato del traffico di Roma e di Miyazaki.

Ho realizzato che il grigiore dei paesi dell'est, in fondo, è sulla faccia della gente. Sarà che non c'è il mare a Praga. Sarà che è gente fredda.

2 commenti:

Anonimo @ 26 marzo 2009 alle ore 13:19

"i veri viaggiatori sono quelli che partono solamente per partire"
(non credo tu sia partito solo per partire, però il tuo racconto è un racconto di quel tipo di viaggi)
:)

Fabio Bortolotti @ 28 marzo 2009 alle ore 04:32

Il fatto che viaggi per lavoro è un dato marginale... prima di tirare le cuoia mi piacerebbe vedere un po' tutto il mondo. Tranne magari i posti con ragni grossi come delle pizze: per quelli basta il canale della National Geographics. :D